Al mio ritorno mi rifarò di tutte le letture perse. Le tue cose sono dove le hai lasciate. Troverai sul tavolo le lettere che mi hai scritto. Possono aiutarti a ricostruire quello che sei diventato. A mettere insieme i pezzi della ricerca che ti ha portato lontano da me. Le ho lette più volte.

In nome tuo è questa barca. Con un messaggio scritto sopra. Nel delta del mio mare. Si porta ancora gli urli. E il nome tuo che è come. Che mi guardi dal mondo. Così tanto, troppo umano. Venuti su in sacchi di plastica. Cosa ti sei fatto tu stesso. Senza più mani né occhi capaci. Di toccare il sensibile,. Sensibile al tocco, fratello mio ti chiedo. Entrare, rannicchiarmi in te, discreto.

Quando il vento era argento. Ero uno studente grigio di via Cernaia. Ondulato, biondo, e la tracolla. Di pezza verde una camminata stramba. Senza strade, quante discese. Nei rumori compiuti del dovere. Un tappeto finto, sbattuto al sole. Sulle ringhiere, che rabbia, la vedova di ogni mattina. Messa su una sedia come un pezzo di ceramica. E il lamento insoluto del rosario.

Annotazioni letterarie di una scrittrice catanese senza meta. Asymp; Lascia un commento. Che si addormenta ogni notte accanto a me. E riprende il suo volo che è già mattina. Tolgo il velo dagli occhi.

Originally posted on Leggere riflettere scrivere. Il mare quando è respiro. E il sale ha già corroso. Riproposta dal 29 luglio 2013. Originally posted on Leggere riflettere scrivere.