Musichette e tipiche specialità del posto,. Nel buio solo voci d. Iaghi di luce di lampioni,. Che non avvolge e non rassicura. È la città che chiede,. Neppure un desiderio durerà a lungo. Lontano i lampi annunciano la pioggia. E verrà presto, grigia,.

Istanbul e la testa di medusa. Fissava le minuscole onde, si annullava in quella sottile e disperante attesa ma niente venne, nessun fiato o segno, nessun sospiro od oracolo, solo le grida eccitate di due bambini che si stringevano alla gonna di una elegante bambinaia, palesemente inglese.

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Una consapevolezza insostenibile, la morte. Poi crebbi, arrivarono gli incubi della vita. Ero bambino e mi ribellavo. La mia era una ribellione politica, intellettuale. Non sorridevo per le fotografie. Non ho ancora capito perché sviluppai così procecemente un rifiuto ad una consuetudine sociale.

Non viaggio per conoscere nuovi posti; io viaggio per amare e amo per vivere. Quelle labbra dolci, sempre in contrasto con il sapore amaro del caffè. Quel caffè senza zucchero che ti piace tanto. E il sapore di fumo. Puntava lontano e non più su di lei.

delle onde e del salino. Nasconde nel bosco il linguaggio della volpe. Il volo fedele del falco pellegrino. iris, 1890, particolare. E alla fine ci furono.

Maria Pina Ciancio, Il piccolo batterista, Castelsaraceno 2013. Inserisci il tuo indirizzo email per seguire questo blog e ricevere notifiche di nuovi messaggi via e-mail. Unisciti agli altri 27 follower.

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