Volevo dire due cose sul rugby. Credi a me, il rugby è molto più interessante.

Il persistente stallo della Libia. Marianne Azizi e quegli Israeliani privati dei loro diritti. Marianne Azizi e quegli Israeliani che invocano i loro diritti. Cui bono? Le parole degli ALTRI.

Di isotopi radioattivi, cimeli e qualche amenità. Comincia per Esse, la parola cianfrusaglie. Ròba di tempo di pioggia. Esiste un momento in cui il tempo per pensare è così assottigliato da essere impercettibile; non puoi fare altro che diventare tu stessa tempo, così i movimenti dei tuoi tendini, il sudore a scorrerti lungo la schiena, qualche rumore di sottofondo di poca importanza. Darsi, vicendevolmente, tempo. Inviato su le còse non sono le còse.

Di limoni, terrazze ed altri profumi. Le tue parole sembrano cartoline. Di quei barbieri, con la lama in mano. Ché la paura di far male. Taglia come filo ben fatto. Ché poi tutto è pentimento. Le tue mani sono come quelle. Di chi non sa da dove si comincia. Ché siccome gli pare troppo. Scansano, prima ancora di tremare. Le tue labbra sono cancelli. Che fanno rumore e si dimenano.

Posted by Tomo under In Ginocchio Da Te. Io voglio per me le tue carezze. I want your caresses for me. Yes, I love you more than my life. On my knees to you. I will come back, on my knees to you.

Luoghi, personaggi ed emozioni sono intenzionalmente veri. Proprio adesso, in questo momento.

Guardo in bocca al passato e vedo denti cariati che non riescono più a mordermi. Non li disprezzo, provo pietà per loro, hanno consumato il bene in maniera vorace fino a renderlo una poltiglia da ingoiare ed espellere senza lasciare traccia. Dialoghi surreali tra condomini in un giorno di eclissi qualunque.

Parole sconnesse, scoscese, scomposte. Di giorni ambrati e di cubi di rubik che non si finiscono mai. Ci sono cose che, e cose che non. Cose che avevano la C maiuscola, i toni altisonanti e gli accenti di un tempo che non chiude. Che non finisce, che sta. Cose che uno pensava che, e invece poi non. Hai visto, un po per uno. Uno a te uno a me. Io mollo, lascio andare.

La corrente è troppo forte. È la stessa cosa per noi. Ma alla fine non possiamo rimanere insieme per sempre. Kazuo Ishiguro, Non lasciarmi. Ehi, Watanabe, mi vuoi bene? Però, comun.