Voci diverse in un unico grido. Le presentazioni degli autori ospitati dichiarano il mio pensiero lontano da alcuna presunzione critica.

Sono qui e accolgo il pane una mollica per volta,. Non sfamo la sete, non bramo la luce. Tienimi stretta dove stretto il fiume. Ancora di te, come di luce,. I tratti che vertono nel profilo del volto. Dove non presta parola la forma, reca muta. ho qui di te, come di una casa,. Le finestre, afone di balzi dove i tessuti. Credono di essere miei capelli, dove i muri vestono.

Disegnando orologi la vita è perfetta. Si sceglie una guida, la sequenza. Che nulla deforma se la matita. Sbanda e si attacca al righello. Se la mano trema e il cerchio la tiene. E tu e io leggiamo la grande esattezza delle ore. Che non sempre corrisponde alla danza degli ippopotami lievi. Ma è una marcia, coi passi contati. Di storie che restano involucri, coreografie sciolte come cani. Ma la casa è il quadrante che contiene il mondo.

In realtà non ho un visione completa. Per uscire definitivamente dalle trincee. Mi limito a puntellare con cura. La piccola porzione di cielo. Che vedo crollare, mi lego i capelli. È della nudità sul foglio. Che ogni poeta trema, guardiano.