Più osservo gli eventi e più dissento. Un anno e 10 mesi. Non che non ci abbia pensato, in questo tempo, a scrivere. Non so ora per chi possa star scrivendo, a parte che per me stessa. Perché nel frattempo ho scritto molto, per altri, per lavoro. Ma non ho mai più scritto nulla per me stessa, in questo tempo.

Mio nonno si chiamava Romolo. Non diceva mai una parola più del necessario, non sprecava mai un sorriso a vanvera, ma a me sorrideva abbastanza spesso. Era burbero e scostante con tutti, ma non con me, e mi chiamava Coccolino. Un giorno come tanti altri. Cara Mamma, ma lo sai quanto mi manchi? Sto ancora aspettando di sbocciare e sto già avvizzendo. Perchè non sei stata mai mia? Non ero pronta Mamma quando te ne sei andata.

Mentre mi chiedevo se le sentinelle in piedi.

La seconda parte della mia vita. Mancano due giorni e io penso che pare ieri che. Che cosa ho fatto in questi anni. Non così lunghi, visto che ci siamo. Se aggiungo che ieri è stata una giornata di molto brutte notizie, poi, tutto si ricompone.

ma quel giorno la frase non volle andare a capo, proprio non ne volle sapere. Quel giorno, la frase, consapevole delle proprie consapevolezze, si pose di fronte alla realtà e concluse che, in fondo certe cose le devi accettare così come sono, inutile cercare di modificarle. Meglio una frase di seguito ma felice, piuttosto che una.

Nella vita precedente di sicuro rompevo i coglioni. 8220;Le scade il bancomat a settembre.