Grazie grazie grazie a Massimo La Spina! Sfoglio le immagini di queste donne di regime. Truccatissime a far in modo di far capire che i loro sguardi e le loro labbra si danno daffare, capelli liscissimi, vestiti che fasciano. Penso poi alle ragazze che vedo in giro. La maggioranza si è uniformata al prototipo imperante.

La giornata era stupenda, e la visita ai parenti dei pascoli alti si imponeva. Che gioia rivedere, dopo anni di lontananza forzata, le cugine Genziane, la Lutea e la Punctata! E che dire delle loro gemelline, le Genzianelle sbarazzine? Pubblicato da senza in 5 luglio 2015.

La mia vita è una parola che ho impiegato tutta la vita a pronunciare. Ah, le notti lontane, che tornano come riflessi di un sole malato tra gli alberi rinsecchiti delle mie dita grigie.

La notte fuori era di vento. Il necessario intimo frusciare di lino bianco. Si alzò ancora con la scusa di non riuscire a riallacciare il sonno perso. Piedi scalzi passi soffici la separavano dal balcone.

E la vittoria non sarå mai finita. Ricordo la mia infanzia nel cortile. Ogni giorno sfidavo i miei compagni. Della vittoria gustavo spesso il suo sapore. Quel periodo ha costruito il mio futuro. Scritto con WordPress per Android. Il mio spirito danza quando ascolto. Le onde come ali giganti si aprono. Attraverso il vento che trema. Figure di nuvole mi cullano.

Ed è arrivata da V. , fra le chiacchiere che ci scambiavamo i primi giorni con gli altri operai, per iniziare a conoscerci. Filosofia contadina in una officina meccanica, mi sono detto.